Da una parte c’è chi vorrebbe il nuovo porto turistico per ampliare il raggio d’azione e per incrementare gli introiti con l’arrivo sulla costa di yacht di personaggi facoltosi che potrebbero dare una scossa definitiva all’economia locale in fase di stallo negli ultimi tempi, soprattutto nelle scorse stagioni estive.
L’altra faccia della medaglia, invece, è quella che riguarda l’aspetto prettamente paesaggistico-naturale. E così, gli ambientalisti ne osteggiano a gran voce i lavori. La salvaguardia della baia di Schisò è nel mirino degli ecologisti locali, ma non solo.
A pochi passi dalle acque cristalline del Mar Ionio e dalla spiaggia incontaminata, sorge, infatti, l’area archeologica da preservare. Non di meno, la questione che riguarderebbe poi la costruzione, strettamente collegata agli attracchi navali, del centro commerciale che si andrà ad insediare nella zona portuale.
Secondo gli esponenti di Legambiente siciliani “l’opera non rientra nelle normative vigenti in materia di salvaguardia paesaggistica del territorio e nonostante tutti gli annunci mediatici, non garantirà con sicurezza l’efficiente sviluppo economico e turistico della città di Giardini Naxos, né delle zone limitrofe come ad esempio Taormina.
Questa è una zona fragile a livello idrogeologico che ha subito già parecchi smottamenti e fenomeni naturali che andrebbero ad aggravarsi ulteriormente se cominceranno i lavori”.
La contrarietà alla realizzazione dell’opera è ribadita con forza: “Tutto il planner viola vincoli paesaggistici, archeologici e naturalistici. Non aiuterà, come già detto, lo sviluppo commerciale dell’area, invece, basato sulla balneazione e sul turismo culturale ed ecologico.
Vita notturna e shopping sono agli ultimi posti delle ragioni di scelta per una vacanza da queste parti”. Ma ciò che più fa riflettere è sul quale non sanno darsi spiegazioni gli ambientalisti è: che senso ha la costruzione di un altro porto sulla costa se c’è già quello di Risposto a sole nove miglia di distanza da Giardini Naxos?