Esistono delle norme che interessano strutture sanitarie sia pubbliche che private, norme che concernono l’igiene e la sicurezza, in riferimento ai rifiuti. Queste norme sono fondamentali per tutelare l’ambiente che ci circonda, e non devono essere sottovalutate. Ma non parliamo ovviamente di rifiuti comuni ma di rifiuti organici, di rifiuti appunto sanitari.
I rifiuti che ad esempio vengono prodotti in uno studio dentistico sono ritenuti “speciali” poiché sono potenzialmente pericolosi e quindi vanno smaltiti mediante procedure appropriate, affidandosi a ditte autorizzate, cioè al servizio pubblico, o ad una azienda che sia comunque iscritta all’Albo nazionale di questo genere di attività. Ignorare tali regole può produrre un danno evidente al nostro ambiente.
Per una professione quale l’odontoiatria, che è da considerarsi come tra le maggiori produttrici di questo genere di rifiuti, si rende quindi necessario un contratto con uno dei gestori autorizzati. Il dentista infatti, nel momento stesso in cui decide di avviare il suo studio dentistico, la sua attività, dovrà necessariamente stipulare il suddetto contratto.
Come i dentisti contribuiscono alla tutela ambientale
I rifiuti speciali che producono i dentisti, considerati pericolosi oltre che infettivi, sono quelli contaminati da sangue e liquidi organici in generale, che vanno smaltiti entro cinque giorni se la loro quantità supera i duecento litri; se invece è inferiore a duecento litri, il limite è di trenta giorni. Questi rifiuti pericolosi possono essere la causa della contrazione di alcune malattie infettive e ciò può avvenire con guanti, aghi, garze intrise di sangue e secrezioni, oltre che causa di un netto aggravamento delle condizioni dell’ambiente che ci circonda.
Poi sono da considerarsi anche i rifiuti contenenti amalgama, contenitori, imballaggi, flaconi, liquidi di sviluppo e fissaggio per le radiografie, che vanno smaltiti entro un anno se la loro quantità non supera i diecimila litri, quantità che però difficilmente lo studio di un dentista può superare.
Questi vanno raccolti separatamente e in appositi contenitori, solitamente forniti dalle ditte autorizzate stesse, per tipi omogenei, e vanno tenuti in deposito fino al loro prelevamento ma in condizioni tali da non essere rischiosi per la salute.
Necessario è anche lasciare traccia di queste operazioni, quindi la loro registrazione, conservare tali dati e comunicarli di anno in anno. Il dentista odontoiatra infatti è responsabile dello smaltimento dei rifiuti speciali fino al momento in cui non consegna i suoi rifiuti alla ditta autorizzata, che dovrà a sua volta confermare l’avvenuta consegna dei rifiuti, controfirmando e datando il documento che lo attesta, vale a dire un vero e proprio formulario. Solo in questo modo il dentista attesta legalmente che sta facendo il proprio dovere per l’ecologia e l’ambiente.
A proposito di formulario, ci sono precise regole per la sua compilazione. In primo luogo esso va redatto in quattro copie: una che rimane all’odontoiatra, una al destinatario e due al trasportatore, il quale provvederà a sua volta a inviarne una all’odontoiatra, a conferma dell’avvenuto smaltimento dei suoi rifiuti speciali. Il formulario dovrà inoltre indicare: nome e indirizzo dello studio dentistico in questione, origine, tipologia, quantità, impianto di destinazione, sempre completo di nome e di indirizzo, data e percorso.
E ancora, i formulari dei dentisti devono essere vidimati presso la Camera di Commercio o presso l’Ufficio del Registro, numerati in progressione e predisposti da tipografie autorizzate, oltre che conservate nello studio del dentista.
Ricordiamo che gli oneri per l’attività di smaltimento sono a carico di chi detiene i rifiuti speciali e che comportano una detrazione sulle tasse relativa allo smaltimento dei rifiuti pubblici urbani che va dal 20 al 40%.
Ma come vengono smaltiti i rifiuti speciali in maniera ecologica? Ci sono degli appositi impianti di incenerimento che sono predisposti per la termodistruzione dei rifiuti speciali. Tramite le alte temperature infatti, i microrganismi patogeni, che possono essere spore, agenti virali o batterici o anche materiali inerti dannosi, vengono interamente distrutti.
Infine è bene sapere che anche gli scarichi delle acque reflue degli studi dentistici sono da considerarsi come rifiuti liquidi, speciali, per cui richiedono una procedura di scarico particolare, con specifiche autorizzazioni.