Le mamme “No Muos”, al pari di quelle della “Terra dei Fuochi” o della schiera pacifica delle “No Triv”, sono tra gli esempi più belli e forti di come le donne, possano battersi in prima linea per la difesa del proprio territorio e per la salvaguardia della salute dei propri figli.
Il Muos, l’impianto satellitare “Made in Usa”, importante punto strategico per le operazioni militari della Nato, è da anni nella piana poco fuori il centro abitato di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, spesso teatro di scontri e proteste. Nel mirino i possibili danni che le enormi antenne satellitari possano arrecare alla popolazione residente in quella zona.
Il Cga ha effettuato dei test di valutazione per capire effettivamente la reale pericolosità delle emissioni elettromagnetiche. Ma anche per questa verifica, non sono mancate polemiche e manifestazioni.
L’ennesimo polverone si è alzato poiché tali esami sono stati effettuati senza alcuna protezione in favore degli abitanti del Nisseno, insomma senza badare troppo all’incolumità della gente. Legambiente, da sempre al fianco delle mamme “No Muos”, ha esposto agli enti preposti anche un’approfondita documentazione sul caso in questione, che però non è stata accolta da chi di dovere.
Si sottolinea, tra le carte, un’esplicita richiesta affinché si possa accertare con estrema urgenza ed in maniera chiara e definitiva, rispettando tutte le normative vigenti in essere per quanto riguarda ambiente e salute, l’effettivo impatto delle onde trasmesse dagli impianti della marina militare americana sulle persone.
Le 23 altissime parabole, hanno il compito di sorvegliare costantemente tutte le reti di comunicazioni che avvengono nell’area del Mediterraneo. Intanto loro, le mamme, sono sempre lì, raggruppate in una sorta di tendopoli della pace, offrono caffè, danno informazioni, accolgono curiosi e giornalisti.
Loro lì e poco più in là i cancelli della base, costantemente sorvegliati all’esterno dalla polizia italiana, spesso in assetto anti-sommossa, e dall’interno dai militari americani in mimetica. Ed è come se tutti si sentissero cavie da laboratorio…